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Si vuole ora calcolare il primo modo proprio di vibrare della membrana e la
corrispondente lunghezza d'onda. Il problema da risolvere risulta il seguente:
 |
(22) |
con le condizioni al contorno definite dalla (2). Nella (22)
è funzione dello spostamento
ed è inversamente proporzionale
alla lunghezza d'onda. Dalla teoria del calcolo variazionale si determina che
le lunghezze d'onda ammissibili per la membrana in esame corrispondono ai punti
di stazionarietà, cioè i punti con gradiente nullo, del funzionale:
 |
(23) |
Fra tutti i punti di stazionarietà posseduti dal funzionale (23), noi
siamo interessati al primo, corrispondente al valore minimo di
associato al modo di vibrare della membrana con lunghezza d'onda massima.
Il funzionale (23) si calcola numericamente usando la soluzione
approssimata
della (6). Si osservi che
puø
essere riscritta come il seguente prodotto scalare:
dove
è il vettore delle funzioni forma
. Utilizzando la (24) il numeratore
della (23) risulta:
![$\displaystyle \int \!\!\! \int_{\cal S} \; \frac{1}{2} \left[ \left( \frac{\par...
...l y} \frac{\partial \mbox{\boldmath$\xi$}^T}{\partial y} \right] dS \right) \bu$](img124.gif) |
(25) |
Le funzioni forma
hanno supporto locale e pertanto la matrice definita
dall'espressione integrale che compare nella (25) va calcolata
mediante la consueta procedura di assemblaggio dei contributi derivanti
dai termini locali. L'elemento in riga
e colonna
di tale matrice
risulta pertanto:
![$\displaystyle \sum_e \int \!\!\! \int_{{\cal S}^{(e)}} \; \left[ \frac{\partial...
...\xi_i} {\partial y} \frac{\partial \xi_j}{\partial y} \right] dS^{(e)} = h_{ij}$](img125.gif) |
(26) |
cioè proprio l'elemento in riga
e colonna
della matrice di rigidezza
(vedi equazione (10)). Il numeratore del funzionale (23)
approssimato mediante la (6) si può dunque scrivere come:
![$\displaystyle \int \!\!\! \int_{\cal S} \; \frac{1}{2} \left[ \left( \frac{\par...
...artial \hat{u}}{\partial y} \right)^2 \right] dS = \frac{1}{2} \; \bu^T \bH \bu$](img126.gif) |
(27) |
Procedendo in modo analogo per il denominatore si ottiene:
 |
(28) |
L'espressione integrale definisce una matrice
il cui generico elemento
, ottenuto mediante l'assemblaggio dei contributi locali, risulta:
 |
(29) |
Pertanto, il denominatore si scrive come:
 |
(30) |
e la matrice
è denominata matrice di capacità della membrana.
Ricordando che:
 |
(31) |
si ottiene la matrice di capacità locale su un generico elemento triangolare:
![$\displaystyle P^{(e)} = \frac{\Delta}{12} \left[ \begin{array}{ccc} 2 & 1 & 1 1 & 2 & 1 1 & 1 & 2 \end{array} \right]$](img133.gif) |
(32) |
Dalla (29) si può osservare che
è una matrice simmetrica ed
è facile verificare che è anche definita positiva.
La procedura per assemblare le
nella
è identica a quella
implementata per assemblare le
nella
. Si noti anche che la
topologia di
sarà identica a quella di
, vale a dire che i vettori
JA ed IA non cambiano.
L'espressione numerica del funzionale (23), ottenuta discretizzando
numeratore e denominatore secondo la (27) e la (30), è dunque
quella del quoziente di Rayleigh nella forma generalizzata:
 |
(33) |
I vettori che rendono stazionaria la (33) rappresentano i modi di
vibrare della membrana e
l'inverso del quadrato della corrispondente
lunghezza d'onda. La quantità cercata
è pertanto l'autovalore
minimo del problema generalizzato:
 |
(34) |
ed il modo proprio di vibrare il corrispondente autovettore
. Tali
quantità possono essere efficientemente determinate minimizzando il quoziente
di Rayleigh generalizzato (33) col metodo del GCM. Anche in questo
caso, affinché il problema sia determinato, è necessario imporre le
condizioni al contorno (2) (membrana fissa al bordo) sia su
che
su
. Si osservi che, tuttavia, l'imposizione delle condizioni al contorno
mediante la procedura indicata in precedenza modifica lo spettro del problema
generalizzato (34) in funzione dei valori
prescelti.
Per evitare di operare sugli ultimi autovalori, e quindi di modificare il
risultato del problema, è consigliabile utilizzare nella matrice
un
valore di
di qualche ordine di grandezza inferiore a quello adottato
in
.
La convergenza viene raggiunta quando il residuo relativo risulta inferiore
ad una prefissata tolleranza. Si può, ad esempio, adottare la medesima
tolleranza utilizzata per la soluzione del sistema lineare o leggermente
superiore nel caso di una convergenza più difficoltosa.
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Massimiliano Ferronato
2006-11-13