La ricerca dell'autovalore minimo di e dell'autovettore ad esso collegato
si può ricondurre alla minimizzazione del quoziente di Rayleigh in
.
Se
è una matrice simmetrica e definita positiva, il campo
è una forma
quadratica definita positiva del tutto simile a quella utilizzata nella ricerca
della soluzione di un sistema lineare. Si può, pertanto, pensare di applicare
lo schema del gradiente coniugato per minimizzare
.
Anche in questo caso l'esperienza insegna che lo schema del gradiente coniugato
viene notevolmente accelerato se si utilizza una opportuna matrice di
precondizionamento per
. I criteri di scelta di
sono del
tutto analoghi a quelli adottati nella soluzione di un sistema lineare. La
pratica dimostra che l'uso della decomposta incompleta di Cholesky come
precondizionatore consente di aumentare notevolmente la velocità di
convergenza dello schema.
Il vettore che minimizza
viene cercato costruendo una successione
mediante la formula ricorrente:
Dopo aver calcolato la nuova approssimazione dell'autovettore
mediante la (13), si può verificare se la convergenza dello
schema è stata raggiunta. In base alla definizione (1) di autovalori
ed autovettori, il vettore residuo
del GCM applicato nella
minimizzazione di
si definisce come:
Qualora la condizione (34) non sia verificata, è necessario aggiornare
la direzione di ricerca e proseguire con lo schema iterativo. Come
nel GCM per la soluzione di un sistema lineare il vettore
era
collegato al gradiente della forma quadratica da minimizzare (in quel caso
coincidente con il residuo
), così ora la nuova direzione di ricerca
sarà funzione del gradiente
di
calcolato in
. La relazione ricorrente che definisce
risulta
pertanto:
Lo schema del GCM per determinare l'autovalore minimo e l'autovettore ad esso
associato in una matrice simmetrica e definita positiva va inizializzato
scegliendo un vettore arbitrario , calcolando
,
e
quindi
. La nuova approssimazione dell'autovettore
si calcola mediante la (13) con
definito dalla
(31) in cui si prende il segno ``+'' davanti alla radice quadrata. Se
è verificata la condizione (34) lo schema ha raggiunto
la convergenza e pertanto
e
. Altrimenti si calcola la nuova direzione di ricerca (35)
mediante la (36) e la (37), e si torna alla (13) fino a che
la condizione (34) non è verificata. Si può notare che il costo di
una singola iterazione della procedura appena indicata è sostanzialmente
dovuto a 3 prodotti matrice-vettore:
,
e
(il prodotto
è infatti disponibile dall'iterazione
precedente), per l'implementazione dei quali si rimanda allo schema del GCM
per la soluzione di un sistema lineare.
Si osservi che, se il vettore iniziale possiede componente nulla lungo
, vale a dire è ortogonale a
, la successione dei
non può convergere a
e quindi il
così determinato non
è corretto. In pratica, gli errori di arrotondamento commessi nel corso della
procedura fanno acquisire gradualmente ai vettori
una componente
diversa da 0 lungo
, permettendo quindi ugualmente la convergenza, anche
se in tempi più lunghi, all'autovettore cercato. La probabilità che tale
inconveniente si ripeta cambiando il vettore iniziale
è praticamente
nulla.