Il modello matematico di un qualsiasi problema ingegneristico corrisponde a
calcolare in un determinato dominio l'andamento di una funzione di
interesse, generalmente a più variabili, che soddisfi un'equazione
differenziale alle derivate parziali (PDE). Ad esempio, in problemi di flusso
sotterraneo si vuole determinare l'andamento del potenziale idraulico di
un acquifero nota la ricarica a monte e l'estrazione nel tempo effettuata a
valle. Ciò si riconduce alla ricerca della funzione
soluzione, nello
spazio e nel tempo, dell'equazione differenziale della diffusione nei mezzi
porosi:
Dall'analisi matematica è noto che la soluzione a tali problemi si puø
ricavare in forma chiusa solo in particolari circostanze di simmetria ed
uniformità del dominio che praticamente mai vengono soddisfatte
nella realtà. Il metodo degli elementi finiti permette di determinare una
soluzione approssimata all'equazione differenziale in esame in un dominio
qualsiasi, calcolando una funzione discreta anziché continua della quale
vengono forniti i valori solamente in determinati punti. Tali punti sono
chiamati i nodi della griglia di calcolo. La soluzione discreta
dell'equazione differenziale è calcolata in volumi elementari
definiti da gruppi di nodi adiacenti, che costituiscono gli elementi
finiti. La contemporanea soluzione in tutti i volumi elementari in cui si
suddivide il dominio imponendo opportune condizioni di congruenza sugli
elementi adiacenti costituisce il risultato del modello numerico.
Da quanto accennato appare evidente l'importanza di discretizzare adeguatamente il dominio di integrazione per ottenere una soluzione il più possibile vicina alle nostre specifiche esigenze progettuali. Ad esempio, in un problema strutturale sarà necessario addensare i nodi della griglia, e quindi raffinare gli elementi finiti della mesh di calcolo, soprattutto in prossimità delle zone in cui si prevede una maggiore sollecitazione, così come in un problema di flusso risulterà importante aumentare la quantità di nodi soprattutto laddove si prevede una rapida variazione del gradiente idraulico, cioè in prossimità di pozzi o di sorgenti. In Figura 1 sono riportati due esempi di mesh ad elementi finiti (2-D e 3-D) realizzate in reali applicazioni di ingegneria, da cui si può osservare la forte disomogeneità nella distribuzione dei nodi e degli elementi richiesta dallo specifico problema in esame.
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Esistono svariati tipi di elementi che possono essere utilizzati per discretizzare nel modo più appropriato il dominio di interesse. La scelta dell'elemento più adeguato dipende sostanzialmente dallo specifico problema e dalle caratteristiche della soluzione cercata. La presente nota si concentra, in particolare, sulla costruzione di griglie di calcolo ad elementi finiti triangolari a 3 nodi su domini piani di forma generica. Come si vedrà meglio in seguito, tali elementi consentono una approssimazione lineare della funzione incognita sull'elemento.